mercoledì 6 gennaio 2010

Outlet vs Centri Storici

Da centri commerciali definiti "non luoghi" a imitazioni dei centri storici.
L'articolo di Aldo Cazzullo apparso sul Corriere della Sera del 5 gennaio "Che tristezza quegli Outlet" è un altro tassello che si va ad aggiungere alle ultime analisi del fenomeno.
Dobbiamo prendere atto di questa realtà - non per demonizzarla - ma per riflettere sul declino di una della identità forti del Centro Storico incarnata dal commercio legato alla qualità sia della merce sia dei servizi.
Facilità di spostamento e di parcheggio, ambiente sereno e familiare - immersi in una rassicurante città "in stile" -, questi sono alcuni dei punti forza che fanno sì che gli Outlet attirino un sempre maggiore numero di persone a discapito dei centri storici "veri".
La politica dei prezzi, a dire il vero poco comprensibile almeno per me profano,vede i negozi delle grandi firme in via Tornabuoni ( per fare un esempio fiorentino) praticamente deserti, ridotti a una sorta di vetrina-immagine a vantaggio di queste tranquille e squalliducce oasi neomedievali o neorinascimentali del commercio a saldo perenne.
Siamo forse arrivati al limite; e non credo sia sufficiente l'idea dei centri commerciali naturali che hanno dato vita a iniziative parziali e frammentarie. E' fondamentale trovare nuovi stimoli, occasioni, facilitazioni per far tornare i cittadini in centro . Il gusto per la città "originale" che muta nel tempo ma è costantemente presente ai suoi cittadini/custodi deve reimpossessarsi dei nostri cuori e delle nostre menti che non possono, anzi non devono accontentarsi di un simulacro di città storica vicina agli svincoli di un'autostrada.

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