lunedì 19 ottobre 2009

Newsletter Forum UNESCO University and Heritage






E' uscita la nuova newsletter del Forum UNESCO. Questa newsletter è a mio parere una delle più complete e aggiornate fonti di informazione sulle iniziative legate a UNESCO e ricerca.
Buona lettura

Carlo Francini

venerdì 16 ottobre 2009

Proposta per il Comitato Scientifico della rivista SITI

In occasione del Tavolo del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) di Assisi, su richiesta del Consiglio Direttivo , è stata sollecitata la collaborazione del CTS dell'Associazione a supporto dell'attività della rivista SITI. Questa collaborazione si potrà concretizzare con la creazione di un comitato scientifico della rivista. Compito esclusivo del comitato sarà la verifica della congruità scientifica degli articoli proposti e la coerenza con la missione dell'associazione.
Si sono resi disponibili per il comitato scientifico della rivista i seguenti membri: Marco Borella, Francesca Romana Chiesura, Carlo Francini,Carlo Giovannini,Anna Guolo,Francesca Piccinini.
Le varie competenze sono ben rappresentate, ma ciò non toglie che per particolari esigenze si potranno chiedere pareri scientifici a altri membri del CTS dell'Associazione o a esperti esterni.
E' altrettanto evidente che il comitato scientifico della rivista potrà allargarsi in base a disponibilità future da parte dei membri del CTS.
In qualità di coordinatore del CTS sarà mia cura chiedere la formalizzazione ufficiale del comitato scientifico della rivista SITI e stabilire con la redazione della rivista le modalità operative del comitato.

Carlo Francini

giovedì 15 ottobre 2009

Irina Bokova elected Director-General of UNESCO

United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization
Irina Bokova elected Director-General of UNESCO
Paris, 15 October
The 35th session of the General Conference of UNESCO on 15 October elected Irina Bokova as Director-General of the Organization. Ms Bokova was designated by UNESCO’s Executive Board on 22 September.
The President of the General Conference, Davidson Hepburn, announced the outcome of the vote before the delegates of UNESCO’s Member States.
The new Director-General declared : « it is my dream to nurture relations of perfect synergy between the Director-General and Member States, so as to move together towards the creation of societies that are more just and prosperous, based on knowledge, tolerance and equal opportunity for all, thanks to education, science, culture and access to information. I shall be guided in my work by my concept of a new humanism for the 21st century.” Born in Sofia in 1952, Irina Gueorguieva Bokova was Bulgaria’s Ambassador to France and Permanent Delegate to UNESCO until her election. A career diplomat and member of the Parliament of the Republic of Bulgaria, she has served as Deputy Minister for Foreign Affairs and Minister of Foreign Affairs.
Ms Bokova will begin her mandate on 15 November.
Author(s): Press Release No. 2009-124 - Source: UNESCOPRESS -  Publication Date: 15-10-2009
© UNESCO 1995-2009 - ID: 46709

Il Paesaggio Storico Urbano

Riporto un estratto dal "Giornale dell'Architettura" di questo mese con un articolo a firma di Lodovico Folin Calabi del World Heritage Centre dell'UNESCO che affronta la tematica del Paesaggio Storico Urbano tema fortemente sentito da tutti noi. Le considerazione di Folin Calabi sono molto stimolanti e spero costituiscano una buona base di discussione. Da parte mia vi segnalo il catalogo "bel_Vedere firenze" dove illustriamo il lavoro condotto con l'Università di Firenze sui punti di belvedere come capisaldi per la protezione del profilo urbano della città storica.


Dal " IL GIORNALE DELL'ARCHITETTURA" n.5, ottobre 2009

Una carta Unesco per le città

Lodovico Folin Calabi ( Unesco) anticipa al nostro Giornale l'intenzione di approvare entro il 2011 una nuova Carta sulla salvaguardia e il ruolo contemporaneo delle aree storiche.

A oltre trent'anni dall'adozione della Raccomandazione sulla salvaguardia e il ruolo contemporaneo della aree storiche adottata a Nairobi nel 1976, l'Unesco si appresta ad approvare una nuova carta sulla conservazione del paesaggio storico urbano, la cui struttura verrà discussa a metà ottobre dalla conferenza generale degli stati membri convocata a Parigi.

L'Unesco, sotto l'impulso della sua comunità a custodia del Patrimonio mondiale, ha voluto tornare a porre la questione urbana al centro della propria azione. Negli anni passati ha infatti osservato con occhio attento interventi grandiosi e discutibili: dal ponte sull'Elba a Dresda ai “cetrioli” che incombono sulla Torre di Londra, dalle torri che mettono in ombra le guglie della cattedrale di Colonia al ciclopico grattacielo Gazprom a San Pietroburgo, dal nero alieno del Centro di documentazione e di ricerca Ahmed Baba all'ingresso del dedalo di terra cruda di Timbuktu alle forme maldestre dei nuovi controversi edifici immaginati a Macao, a Istanbul, o in molti centri dell' America Latina.

Negli anni, anche altri consensi internazionali come UN, Habitat o la Banca mondiale si sono cimentati nel tracciare criteri e codici d'azione per fronteggiare lo stesso problema. E se alcuni dei concetti più innovatori sono stati integrati in carte e dichiarazioni o convenzioni approvate nell'ambito di organismi regionali (come la Convenzione europea del paesaggio adottata dal Consiglio d'Europa nel 2000 o la più recente Dichiarazione dell'Icomos sulla conservazione dello spirito del luogo del 2008 ), è però altrettanto vero che la terminologia e l'approccio finora privilegiati non sono omogenei né applicabili ovunque. Dinanzi ad alterazioni del tessuto urbano che sempre più sovente si associano a un diffuso impoverimento del linguaggio architettonico, in una fase in cui la fatica del costruire sembra dettata più dalla necessità del mercato che non da quelle della comunità, sia avverte la crescente necessità di uno strumento universale che sappia proporre in misura coerente e organica principi e norme in materia di conservazione delle città e dell'intreccio con il paesaggio in cui sono radicate.

In questi ultimi anni, la riflessione promossa dal Centro del patrimonio mondiale dell'Unesco, diretto dall'Urbanista Francesco Badarin, anche sulla scorta di decisioni adottate dallo stesso organismo internazionale quale esito di discussioni non sempre unanimi a favore della conservazione di alcuni fra i siti considerati più emblematici del patrimonio comune dell'umanità, ha fatto emergere la figura innovativa del paesaggio storico urbano, alla cui protezione è diretto il progetto di una nuova raccomandazione oggi in discussione. La sua definizione vuole andare oltre la sola idea di centri storici, per includere anche il più ampio contesto geografico entro cui la città si è nel tempo costruita e modificata; ne estende il significato e i limiti dell'organizzazione dello spazio, ai valori sociali e culturali che sono radicati nel vivere urbano, alla percezione visiva e al rapporto tra gli edifici, alla topografia, e alla morfologia, e ne integra anche quelle componenti di patrimonio intangibile e di difformità culturale che costituiscono l'anima di ogni singolo insediamento.

Il nuovo testo, alla cui redazione si applicheranno gli esperti chiamati a raccolta dall'Unesco, in modo da giungere alla possibile adozione definitiva nel 2011, dovrà saper sciogliere i nodi imposti da quelle mutazioni socio-economiche che non rispettino l'autenticità e l'integrità delle città storiche e del loro più esteso “paesaggio”.

Dovrà saper formulare principi che non siano solo enunciazioni di propositi astratti ma che, nel riconoscere l'ineluttabilità e la necessità delle trasformazioni continue negli usi e nelle funzioni delle strutture edilizie, sappiano proporre politiche e strategie per una più adeguata e partecipata pianificazione del cambiamento a uso della comunità. In definitiva, la Raccomandazione dovrà predisporre le definizioni di questo concetto e dei valori patrimoniali che esso sottende, ma anche proporre un ampio spettro di strumenti giuridici, tecnici e di pianificazione utili a riconoscere, catalogare e conservare i valori associati al paesaggio storico urbano, e nel contempo, approntare modelli che possano accrescere le capacità e rafforzare le attività di ricerca a favore della conservazione e, infine, consolidare la cooperazione internazionale tra gli stati onde coinvolgere appieno le popolazioni nella salvaguardia delle proprie città.

Nel riflettere simili principi, l'Unesco ribadisce la necessità di scartare l'idea di conservazione a oltranza, ma di governare la metamorfosi affinché assecondino lo spirito del tessuto storico che le accoglie.

Lodovico Folin Calabi

Centro del Patrimonio Mondiale dell' Unesco


venerdì 9 ottobre 2009

Tavolo del Comitato Tecnico Scientifico Assisi, 8 e 9 ottobre 2009

Con Claudio Ricci davanti alla Basilica Superiore di San Francesco

Finalmente il Comitato Tecnico Scientifico dell'Associazione si è riunito a Assisi.
La possibilità di confrontarci sui problemi che investono coloro che sono chiamati a operare direttamente nei siti UNESCO è stata preziosa e utile.
Molti i temi affrontati che saranno oggetto di ulteriori approfondimenti in questo blog.
A caldo un ringraziamento a tutti colleghi presenti e anche a coloro che non hanno potuto essere con noi ma hanno dato la loro disponibilità. Un ringraziamento particolare al Sindaco di Assisi Claudio Ricci e a Adriano Cioci dell'ufficio UNESCO di Assisi per la perfetta e premurosa ospitalità.
Sono sicuro che altri si uniranno a noi, anche attraverso questa piattaforma, per animare il tavolo di confronto e di progetto che è appena nato.

Carlo Francini

martedì 6 ottobre 2009

Installazione impianti energie rinnovabili e tutela del paesaggio

Urbino, 5 ottobre 2009

Oggetto: Installazione impianti energie rinnovabili e tutela del paesaggio

La legislazione inerente la promozione dell’ energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili tende a favorire e semplificare la installazione di tali impianti da parte di privati, introducendo significativi cambiamenti in ordine allo snellimento delle procedure ed alle competenze dei vari enti territoriali nel governo del territorio. Il quadro normativo di riferimento può essere sintetizzato come segue:
¾ Le opere per la realizzazione di questi impianti sono riconosciute di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti (art. 12, comma 1, D.Lgs. 387/2003) e fino qui nulla da obbiettare visto che si tratta di investimenti volti a produrre energia elettrica attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili .
¾ Le stesse opere sono soggette “ad una autorizzazione unica, rilasciata dalla regione o dalle province delegate dalla regione, nel rispetto delle normative vigenti in materia di tutela dell'ambiente, di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico, che costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico” (art. 12, comma 3, D.Lgs. 387/2003) .
¾ Gli stessi impianti “possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici.” (art. 12, comma 7, D.Lgs. 387/2003)
¾ “Ai sensi dell'art. 12, comma 5, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, per la costruzione e l'esercizio di impianti fotovoltaici per i quali non è necessaria alcuna autorizzazione, come risultante dalla legislazione nazionale o regionale vigente in relazione alle caratteristiche e alla ubicazione dell'impianto, non si dà luogo al procedimento unico di cui all'art. 12, comma 4, del medesimo decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, ed è sufficiente per gli stessi impianti la dichiarazione di inizio attività. Qualora sia necessaria l'acquisizione di un solo provvedimento autorizzativo comunque denominato, l'acquisizione del predetto provvedimento sostituisce il procedimento unico di cui all'art. 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387.”(art. 5, comma 7, D:M: 19/2/2007).
In conclusione gli impianti per la produzione di energia elettrica attraverso fonti energetiche rinnovabili possono essere realizzati indipendentemente dalla zonizzazione dello strumento urbanistico comunale ( ove occorre l’autorizzazione unica costituisce variante allo strumento urbanistico) e sicuramente su tutto il territorio agricolo dei comuni.
Nella regione Marche la tutela del paesaggio è affidata al Piano Paesistico Ambientale Regionale ( P.P.A.R.) ed agli strumenti urbanistici comunali ad esso adeguati. In base a precise disposizioni regionali, gli impianti in questione sono esenti dall’ obbligo di rispetto delle tutele paesaggistiche disposte dai comuni in applicazione del P.P.A.R. nella misura in cui la loro realizzazione non richieda la procedura di V.I.A. Non sono soggetti a V.I.A. gli impianti fotovoltaici con superficie radiata inferiore a 5.000 mq. . In conclusione un impianto fotovoltaico con una superficie complessiva dei pannelli di circa mq. 4500 (che in pratica occupa circa 1,5 ettari di terreno) può essere insediato in qualsiasi zona agricola indipendentemente dal regime di tutela paesaggistica posto dal Comune.
Dal quadro delineato emerge che “il rispetto delle normative vigenti in materia di tutela dell'ambiente, di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico” previsto dall’ art. 12, comma 3, D.Lgs. 387/2003, risulta un enunciato di principio derogabile in base alle ulteriori norme nazionali e regionali citate. Non esistono strumenti per bloccare un intervento come quelli citati in zone che, per l’alto valore panoramico o naturalistico, risultano soggette a tutela integrale in base allo strumento urbanistico comunale. Se nella stessa zona sussiste un vincolo idrogeologico, la cui competenza spetta alla Provincia, un impianto fotovoltaico che occupa circa 1,5 ettari di terreno può essere approvato semplicemente dall’ ufficio provinciale addetto al rilascio dei pareri inerenti il vincolo idrogeologico.
La città di Urbino, attraverso gli strumenti urbanistici che si è data, ha individuato nella conservazione del paesaggio una risorsa fondamentale per il proprio sviluppo e per la valorizzazione del centro storico e del territorio.
Il paesaggio urbinate costituisce lo scenario che molti artisti rinascimentali hanno raffigurato nelle loro opere (Piero della Francesca, Timoteo Viti ecc.) sorregge ed esalta l’ immagine del entro storico e grazie al buon livello di conservazione mantiene valori culturali e di identità di rilievo anche dove non sussiste un diretto contatto visivo con Centro Storico.
Gli sforzi fatti dall’ amministrazione comunale in questo senso rischiano di venir vanificati dall’ applicazione di norme che hanno il difetto di considerare l’ ambiente per compartimenti separati:si sacrifica il paesaggio pur di incentivare il privato (anche con finanziamenti ingenti) a produrre energia elettrica attraverso fonti energetiche rinnovabili.
Colpisce l’ assoluta mancanza di programmazione soprattutto ai livelli superiori, ed il fatto che obbiettivi di sostenibilità siano perseguiti lasciando ogni iniziativa solo al privato. Come affermato nel documento che si allega, che è stato fatto proprio dall’ Amministrazione comunale per opporsi all’ installazione di 12 pale eoliche in un comune confinante, “si ritiene necessario che a livello regionale, provinciale e comunale vengano stabiliti precisi obiettivi da raggiungere in termini di produzione di energia elettrica attraverso fonti energetiche rinnovabili. Questo consentirebbe ad ogni livello istituzionale, e soprattutto a livello comunale, di definire le modalità con cui raggiungere gli obiettivi prefissati e pianificare il sacrificio di paesaggio da attuare.”
Non so se questi problemi si sono posti anche in altri siti UNESCO. Se così è sono interessato a conoscere le rispettive valutazioni ed il quadro normativo entro cui si muovono.
Carlo Giovannini
Allego “Osservazioni approvate con Deliberazione di Giunta Comunale n. 137 del 22 luglio 2009”.
Il Dirigente del Settore Urbanistica
ing. Carlo Giovannini

Osservazioni approvate con Deliberazione di Giunta Comunale n. 137 del 22 luglio 2009

In data 15 giugno 2009 è giunta comunicazione, da parte della Regione Marche, dell’avvio del procedimento e di richiesta di parere relativamente al progetto di “Impianto eolico in località Monte S. Lorenzo” nel Comune di Cagli.
L’Ufficio Urbanistica del Comune di Urbino ha preso visione della documentazione relativa al progetto pubblicato sul sito web della Regione Marche e, pur non ricadendo le opere nel territorio di Urbino, ha concentrato la sua attenzione sull’impatto visivo che gli impianti avranno sul paesaggio urbinate.
Innanzitutto occorre rilevare che le trasformazioni del territorio della Provincia di Pesaro Urbino sono state graduali e sopratutto controllate da strumenti urbanistici (PPAR, PTC, PRG) che ne hanno tutelato le caratteristiche morfologiche ed ambientali. Questo impianto normativo ha consentito di preservare ampie aree dell’entroterra provinciale e in particolar modo le aree collinari e montuose.
Benché l’impianto normativo relativo alla promozione di energie da fonti eoliche e fotovoltaiche ( D.Lgs. 29.12.2003 n. 387, D.M. 19.02.2007, D.Lgs. 30.05.2008 n. 115) consenta l’installazione di impianti all’interno del territorio nazionale anche in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, appare opportuno definire quanto prima dei criteri oggettivi per la localizzazione di detti impianti. Tali criteri dovrebbero, a nostro avviso, essere oggetto di una futura Legge Regionale.
Infatti, come evidenziato nella relazione paesaggistica (pag.65), il territorio provinciale appare punteggiato da diversi progetti di impianti eolici senza una reale programmazione di tali interventi. Si ritiene necessario che a livello regionale, provinciale e comunale vengano stabiliti precisi obiettivi da raggiungere in termini di produzione di energia elettrica attraverso fonti energetiche rinnovabili. Questo consentirebbe ad ogni livello istituzionale, e soprattutto a livello comunale, di definire le modalità con cui raggiungere gli obiettivi prefissati e pianificare il sacrificio di paesaggio da attuare.
In attesa di norme di indirizzo, dall’esame della documentazione relativa alla proposta progettuale in oggetto e in particolare dagli elaborati “rilievo fotografico” e “Fotomontaggi” non si può che rilevare un impatto visivo fortemente penalizzante per il territorio della provincia di Pesaro Urbino. Infatti le immagini mostrano crinali e versanti di notevole qualità paesaggistica disseminati da pale eoliche.
Per quanto riguarda il Comune di Urbino, il cui centro storico è un sito UNESCO dal 1998, si fa rilevare che la commissione UNESCO ha individuato come elemento fondamentale, per l’ambito riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità, la buona conservazione del paesaggio urbinate circostante.
Il paesaggio urbinate è lo scenario che molti artisti rinascimentali hanno raffigurato nelle loro opere (Piero della Francesca, Timoteo Viti ecc.) ed è per questo che una delle richieste per l’inclusione di Urbino nell’elenco dei Siti UNESCO è stata la completa tutela delle visuali panoramiche intorno al Centro Storico. Il PRG di Urbino ha recepito questa richiesta definendo un vincolo di tutela integrale su tutto il territorio incluso negli scenari panoramici che si distendono dal centro storico ai confini comunali. Ovviamente la pianificazione del Comune di Urbino è stata operata nel proprio territorio comunale ma appare evidente che la Regione, ente sovraordinato e a cui è demandata la pianificazione territoriale di area vasta, dovrebbe essere particolarmente sensibile ai valori paesaggistici e culturali del territorio marchigiano e in particolare dell’unico sito UNESCO presente nelle Marche.
Passando all’analisi degli elaborati presentati, viene individuato un punto di osservazione (punto 35 tavola CA.SIA.01 e pag.93 del Rilievo fotografico) localizzato nel centro abitato di Urbino, dal quale si vede il crinale di Monte San Lorenzo.
Benché la relazione paesaggistica relativa al progetto di impianto eolico illustri uno studio delle interferenze visive che si stima interverranno con la realizzazione dei generatori eolici, e benché lo studio concluda che le interferenze nel comune di Urbino siano trascurabili, tuttavia la fotografia relativa al punto 35, ci sembra smentire questa conclusione. La visione del crinale di Monte San Lorenzo appare evidente per cui l’impatto visivo dell’impianto eolico, i cui generatori avranno un’altezza stimata di circa 100 metri (diametro del rotore variabile tra i 71 e gli 82 metri, altezza della torre al mozzo variabile tra i 64 e 85 metri - studio di impatto ambientale pag. 42 comma 4.7) appare assolutamente non trascurabile e non accettabile: si tenga presente che una pala eolica risulterà alta più del doppio del traliccio più alto esistente sul monte Nerone, traliccio ben visibile che segna in modo preciso lo skyline percepito dal centro storico. Nel caso in esame non si tratta di una singola pala ma di dodici pale che definiranno una inaccettabile cortina sugli scenari più rilevanti percepiti dal sito UNESCO. Anche senza considerare le rilevanti trasformazioni ambientali, che solo chi non vuole intendere può considerare reversibili, e che sono connesse alle ingenti opere stradali e di fondazione che sono illustrate nel progetto, l’intervento in questione rappresenta una violenza inaccettabile sul paesaggio urbinate e marchigiano che vanifica tutti gli sforzi finora condotti per salvaguardare i crinali della zona da interventi antropici molto meno rilevanti (una casa agricola, un antenna per la telefonia cellulare ecc.) di una sequenza di dodici torri alte circa cento metri.
Sulla base delle considerazioni esposte nella presente osservazione si chiede e auspica che l’intervento non venga realizzato.
La presente viene inviata anche all’UNESCO affinché possa attivarsi presso le istituzioni sovracomunali per garantire la conservazione del paesaggio che sostiene l’immagine del sito patrimonio dell’umanità.